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L’innovazione nasce dalla fiducia

Come sviluppare i 3 livelli di  fiducia all’interno delle organizzazioni per generare innovazione.

Spesso, soprattutto negli interventi di Team Coaching, ci viene richiesto di lavorare sulla proattività dei team e sulla capacità dei membri che ne fanno parte di apportare elementi di innovazione all’organizzazione.

L’ innovazione è la chiave per vincere le sfide del business nella società contemporanea. È infatti un processo cruciale per la sopravvivenza delle organizzazioni nel mondo odierno, dominato dalla fluidità dei mercati, dalla dematerializzazione, dall’internazionalizzazione e da processi spesso fuori controllo.

Una delle richieste principali da parte degli HR è perciò quella di aiutarli a rendere i membri dei team proattivi, più innovativi e capaci di affrontare le situazioni in maniera disruptive,  cioè in modo diverso da come erano soliti fare. Spesso, tuttavia, questa richiesta è posta in modo errato, perché l’attenzione viene messa sul sintomo e non sulla causa. Occorre infatti chiedersi cosa spinga i membri dei team ad essere poco innovativi e cosa vi sia dietro la loro passività.

Il potere della fiducia.

La chiave della questione risiede in una “parola magica”, la fiducia, che può essere declinata su 3 livelli.

Il primo livello fa riferimento alla fiducia delle persone in se stesse. Questa nasce da alcune caratteristiche individuali, ad esempio la self efficacy, ovvero la convinzione che abbiamo di noi stessi di riuscire a risolvere efficacemente un problema con le nostre capacità. La fiducia in se stessi è determinata anche da un aspetto organizzativo. Viene infatti nutrita da un atteggiamento rinforzante del leader, cioè un atteggiamento che sottolinea le strenghts (forze) piuttosto che andare a colmare i gap, permettendo una maggior consapevolezza da parte degli individui delle proprie attitudini e, conseguentemente, una maggior fiducia in se stessi. Ciò  rende le persone più attive e confident nel proporre idee innovative.

Il secondo livello è quello relativo alla fiducia nel team, all’interno del quale i membri non devono sentirsi giudicati, ma liberi di esprimere le proprie opinioni, anche se non condivise dagli altri o diverse rispetto a quelle della maggioranza. Un team in cui si è lavorato sull’inclusività delle differenze porta ad avere fiducia nel gruppo, inteso come safe space in cui è possibile esprimere tranquillamente le proprie opinioni. Le idee divergenti sono perciò incoraggiate perché portano ad una maggior innovazione.

Fiducia nel team. Gli errori come lezioni.

Un aspetto rilevante  di questo livello riguarda la gestione dell’errore, cioè il modo in cui all’interno del team viene visto l’errore: se considerato una forma di apprendimento e non sanzionato con meccanismo di ricerca del colpevole, contribuirà a creare o rafforzare la  fiducia all’interno del gruppo.

Un altro elemento interessante e indicatore di fiducia nel team è costituito dal livello di intimità, ovvero dalla capacità dei membri di mostrarsi per quello che sono. Più i team sono formali e distanziati, maggiore è il livello di sfiducia. Viceversa, più i team sono “aformali”, cioè più i membri non sono legati alle forme e più sono intimi ed in grado di mostrarsi nei momenti di debolezza e vulnerabilità, maggiore è il livello di fiducia.

Il terzo livello è quello organizzativo. Alcune aziende hanno una cultura basata sulla fiducia. In questo senso la fiducia diventa una lente positiva sul futuro e la cultura è volta all’ottimismo, cioè a vedere il futuro in una prospettiva di speranza (si pensa al bicchiere mezzo pieno piuttosto che al bicchiere mezzo vuoto). Questa fiducia potrebbe essere definita  “fiducia culturale”.

Tre ambiti della fiducia per generare innovazione.

Quando i tre livelli, fiducia individuale, fiducia nel team e fiducia a livello organizzativo,  sono presenti al massimo, si crea l’ambiente ideale per l’innovazione: se un individuo ha fiducia in se stesso, nel team all’interno del quale lavora e a livello organizzativo, vuol dire che risiede in un clima permeato dalla fiducia. Questo costituisce l’habitat migliore affinché le idee fioriscano e il “pensiero diverso”, ovvero il pensiero innovativo e creativo, si possa nutrire di tale fiducia e, conseguentemente, alimentare l’innovazione.

Irene Morrione

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