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Come cambia la vita di un manager con il coaching?

Come cambia la vita di un manager con il coaching?

Intervista a Emma de Carolis

Secondo il report di Gallup “State of the Global Workplace” in Italia solo 1 lavoratore su 20 è soddisfatto del proprio posto di lavoro, questo dato sottolinea ancora una volta il grande bisogno delle aziende di leader coach, che sappiano trattenere e valorizzare i propri talenti.

In questa intervista Emma de Carolis, nostra Business Partner che per venti anni ha ricoperto ruoli manageriali in diverse importanti realtà aziendali, ci racconta come cambia la vita di un manager quando incontra il coaching.

 

Emma, come hai conosciuto il coaching, è stato amore a prima vista? 

Ad essere sincera no, non è stato amore a prima vista.

La prima volta che sono entrata in contatto con il coaching lavoravo per un’azienda che mi fece affiancare da un coach per sviluppare alcune mie competenze. Con gli occhi di oggi mi rendo conto che l’iniziativa era meritoria, ma all’epoca nessuno mi spiegò davvero cosa fosse il coaching e quali gli obiettivi.  Con il coach che mi avevano assegnato non si creò vera empatia e quella esperienza non fu per me particolarmente significativa. Finito il percorso sviluppai un certo scetticismo e sinceramente non pensavo mi sarei mai più avvalsa del coaching. 

E poi cosa ti ha fatto cambiare idea?

Qualche anno fa ho iniziato a lavorare con Irene Morrione, che è una Master Coach, e abbiamo disegnato e gestito insieme diversi progetti. Ognuna di noi portava il proprio bagaglio di conoscenza e le proprie competenze. Dei progetti che proponevamo ai nostri clienti Irene, o altri colleghi, seguivano direttamente le fasi di coaching, io mi occupavo di altri aspetti ma “ne respiravo l’aria” e già sentivo che era molto più fresca di quella che ricordavo.
Poi c’è stato un episodio che mi ha fatto fare “click”: avevamo un grosso progetto con un cliente importante. Io ho seguito il team nel kick off, poi era previsto un periodo di attività di team coaching e poi sarei di nuovo tornata io a lavorare con loro per la fase due … ebbene quando sono tornata ho ritrovato le stesse persone che avevo visto nel kick-off ma mi sono sorpresa di come il team fosse cambiato, nel modo di lavorare ma anche nel modo in cui si relazionavano tra loro e del clima che si respirava … ricordo che quel giorno pensai “ma allora il coaching funziona veramente!!!”. 

Da lì ho cominciato a interessarmi in modo attivo al coaching, a come si diventa coach, a quali sono le competenze che si sviluppano e ai campi di applicazione. Ho imparato che esiste ICF (International Coaching Federation) e appreso l’importanza e il valore dell’accreditamento internazionale che garantisce qualità ed etica alla professione.

Con il tempo ho osservato altri coach all’opera e, stando accanto a loro, ho apprezzato il significato della definizione di coaching data da ICF ovvero “creare una partnership con i coachee … per ispirarli a massimizzare il loro potenziale professionale e personale”.

Interessante questa definizione, quindi è questa l’essenza del coaching?

E già! Ed è anche ciò che mi ha fatto appassionare a questa disciplina. Io sono cresciuta in azienda con l’idea che crescere e migliorare fosse di fatto legato alle aree di debolezza, che infatti venivano indicate come aree di miglioramento. I corsi battevano sempre su quei tasti. Qui invece cambia il paradigma e la lente di ingrandimento è puntata sul far emergere il potenziale, che detto in altri termini significa dare alla persona l’opportunità di eccellere dove ha possibilità e voglia, trovando gli strumenti e la ricetta dentro di sé… portando ad un risultato molto più potente e duraturo perché aiuta a renderti consapevole delle tue capacità.

Quanto può essere utile per un manager essere anche un coach?

Certamente posso dire che se quando ero in azienda avessi avuto questi strumenti sarei stata una manager migliore, perché avrei saputo far emergere il potenziale dagli altri mettendo le persone con cui lavoravo nella condizione di lavorare al meglio e tutti, azienda inclusa, ne avremmo beneficiato.

Per questo penso che le aziende che stanno investendo nei loro manager dando loro la possibilità di partecipare a corsi di coaching ne trarranno molto beneficio.

Per quanto mi riguarda mi sono messa a studiare, sto seguendo un corso e ho iniziato a praticare, aspetto fondamentale per consolidare ciò che si studia. Il bello è che queste competenze si possono esercitare durante le sessioni di coaching ma anche in normali situazioni lavorative o di vita privata. Poi chissà, non escludo di poter ampliare le mie attività e farne anche una professione, tornando magari in azienda come Executive Coach e vedere l’effetto che fa!

 

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